mercoledì 27 novembre 2013

LA CHIUSURA DEL CERCHIO



Sono passati quasi tre anni da quando ho cominciato a correre e da quando, per cercare di motivarmi, mi ero posto l’obiettivo di arrivare a correre la maratona; più che un obiettivo era una pia illusione, ma serviva per caricarmi, per visualizzare un traguardo finale, per darmi uno scopo.
Mai avrei creduto di poter raccontare, un bel giorno, che quel traguardo l’ho raggiunto davvero, che ho vinto quella che ritenevo una sfida impossibile; io, il re dei progetti abbozzati, quello che ne comincia cento e ne finisce due (quando va bene), ho vinto la scommessa contro me stesso.

Ma partiamo dall’inizio… I primi tempi era quasi un gioco ma poi ho scoperto che correre mi piace davvero, io che quando giocavo a calcio ero il primo che si imboscava quando c’era da allenarsi, ho cominciato ad apprezzare la corsa, soprattutto quella di fondo perché la velocità non è mai stata il mio forte. E’ un modo per staccare dalla routine, dai problemi, dagli stress quotidiani, dalla frenesia delle giornate che si susseguono senza darti respiro. Invece correre ti permette di andare piano anzi, ti costringe ad andare piano (nel mio caso pianissimo) e quando vai piano puoi riflettere, puoi resettare e azzerare il cervello, senza contare che fa anche bene.

E allora nel tempo mi sono appassionato a questo sport, cercando di trovare la continuità che ti permette di non dover tutte le volte ricominciare da capo, ed ho cominciato a partecipare alle prime gare, prima quelle facili, da 10 km, poi pian piano aumentando fino alla mezza maratona; già il traguardo della mezza maratona dello scorso aprile, a cui partecipai con pochissimo allenamento a causa di un infortunio avuto appena un mese prima, mi sembrò una grande impresa, ma servì a darmi quello stimolo, a farmi ripetere che se, con poco allenamento, ero riuscito a percorre 21 km, forse l’obiettivo della Maratona non era poi così irraggiungibile.

Però dovevo fare i conti ancora con la mia scarsa costanza, che continuava a ripetermi, “ma lascia stare, ma dove vuoi andare”… dovevo dare una sferzata alla possibilità, molto probabile, che per l’ennesima estate, la pigrizia mi facesse interrompere le uscite, con quell’idea che tanto, il traguardo, non era raggiungibile; allora ho deciso di iscrivermi, quando ancora mancavano 5 lunghi mesi nei quali poteva succedere di tutto; questo mi ha dato quella spinta che mi mancava per cominciare a programmare davvero l’evento.

Da agosto quindi, appena tornato dalle ferie, mi sono messo d’impegno e ho programmato gli allenamenti in maniera metodica, che poi è l’unico modo che conosco e che mi permette di portare in fondo una cosa; devo avere un programma preciso in testa, non posso affidarmi troppo al caso, soprattutto quando so di avere a che fare con una situazione complicata. La leggerezza di affidarsi al caso, al destino, la lascio per lo svago, come quando viaggiavo zaino in spalla senza un programma preciso, vivendo molto alla giornata. Ma qui c’era in ballo qualcosa di serio, qualcosa che va preparato con la consapevolezza che ci vuole un gran coraggio e un gran cuore, non tanto per arrivare, ma anche solo per partire.
Una volta messo in moto il cervello, sono partito e gli allenamenti si sono susseguiti regolari; parole come corsa lenta, corsa veloce, ripetute, lungo e lunghissimo sono diventati il mio lessico quotidiano, per la gran felicità di mia moglie che ha dovuto rassegnarsi a sopportare le mie continue paturnie, i miei resoconti sul tempo al chilometro e sulla frequenza cardiaca, e tutto il corredo di menate tipiche del podista, soprattutto di colui che si crede atleta senza esserlo e che se corre un 10K in 52’ si crede un fenomeno.

Ma il diavolo è sempre in agguato e, quando vuole, sa essere perfido e si manifesta, in questo caso sotto forma di infortunio; una infiammazione ad un piede mi ha costretto a fermarmi ma mi è servita anche a prendere coscienza di una cosa: per preparare una maratona non basta solo allenarsi a correre distanze sempre più lunghe, occorre anche prendersi cura di tanti altri aspetti; prima di tutto ho capito che i muscoli delle gambe vanno curati, con massaggi a sciogliere e scaricare l’affaticamento; poi l’alimentazione, perché la corsa ti fa consumare sali e vitamine che vanno reintegrate… e pensare che io avevo cominciato a correre pensando che sarei dimagrito, invece ho scoperto che bruci di tutto, tranne i grassi!

Comunque l’infortunio rischiava seriamente di farmi andare tutto a monte ma stavolta la mia testardaggine ha vinto sulla pigrizia e non appena ho potuto sono ripartito, con la consapevolezza che il tempo delle chiacchiere era finito per davvero. Qui è iniziato il difficile, perché aumentare le distanze oltre i 25 km mi pareva impossibile, le mia gambe si piantavano sempre dopo i 22… ed è lì che ho conosciuto le malto destrine e le barrette; ho capito che alimentarsi durante la corsa non era importante, era fondamentale!

E’ stata la svolta. Da lì in poi i lunghi sono diventati lunghissimi e la speranza di farcela si è pian piano instillata dentro di me. Ormai ero lanciato ed ho cominciato a crederci davvero. Per la prima volta l’obiettivo non mi sembrava così irraggiungibile.

Le ultime due settimane pre-maratona sono state lunghissime, gli allenamenti ormai dovevano servire solo a “scaricare” le gambe ma la testa non riusciva più a staccarsi dall’evento; e così la mente correva sempre lungo quelle strade, lungo quei 42 km e 195 metri che avrei dovuto percorrere.

E finalmente ci siamo, domenica 24 novembre, il giorno del grande evento: la Maratona di Firenze.

La sveglia di buon mattino, una colazione leggera ma nutriente e poi via, al punto di partenza; il meteo pare anche aver ascoltato le preghiere dei 10000 iscritti e la giornata è bella, non fa neanche troppo freddo. La tensione prima della partenza la vedi nelle facce di chi ti sta intorno; nessuno è qui per fare il tempo, per lo meno non nell’ultima gabbia, la mia, quella dei poc-runners, da non confondersi con i top-runners, ma i chilometri da percorrere sono gli stessi per tutti, e tutti sappiamo che non sarà una passeggiata…

Ore 9,15… lo start. La musica a palla risuona sulle note di “Living on a prayer” dei Bon Jovi, parecchio vintage, ma fa salire l’adrenalina al giusto livello. I palloncini delle 4h30’ sono il mio riferimento e me li tengo dietro di qualche passo; i primi chilometri sono buoni, le gambe sono sciolte e questo mi fa ben sperare.

Al primo passaggio ai 5K sono sui 6 min/km e proseguo dopo un sorso di sali; si entra alle Cascine e subito si incrociano in senso opposto i top-runners, quelli che corrono per davvero e un pochina d’invidia per loro non può non esserci, ma tant’è… il passaggio ai 10K è ancora in media; la giornata è splendida, adesso c’è anche un bel solicino che ci accompagna ed in un attimo si passano anche i 15K, sempre con tempi in linea con le previsioni.

C’è tanta gente a bordo strada, e anche tanta musica, cosa che non mi aspettavo davvero. I chilometri si susseguono in tranquillità ed ormai il traguardo della mezza si avvicina; poi so che al 20° più o meno ci saranno anche i miei amori, le mie donne, ad aspettarmi; infatti sul Ponte S. Niccolò eccole lì… un bacetto e proseguo più felice.

Il traguardo della mezza lo tagliamo insieme ai palloncini delle 4h30’; abbiamo rallentato appena ed infatti poco dopo loro allungano su di noi. Ma va bene lo stesso, almeno per me; va meno bene invece al mio amico Beppe che è costretto a fermarsi, mi dispiace davvero. Restiamo soltanto io e Ricca.

Ai 25K il ristoro è un po’ più sostanzioso, mangio anche un biscottino, so che questo è il momento più importante, affrontare bene i prossimi 10 km vuol dire avere buone probabilità di finire la corsa senza problemi; mi prendo anche un gel dei miei e proseguo con passo regolare.

Poco prima del 30°  si affaccia un dolorino al polpaccio ma è un attimo, per fortuna passa subito; la fatica comincia a farsi sentire, sarebbe strano il contrario, e mi mangio una barretta. Dopo il ristoro ci affianchiamo ad una coppia di sposini giapponesi, che corrono la loro luna di miele… anche questa è la maratona.

Il passo comincia a farsi pesante ma si entra in centro ed i pensieri ormai viaggiano verso il traguardo. Ma ancora manca tanto e allora cerco di visualizzare tratto per tratto. Siamo ai 35K ed il ristoro mi serve per bere, ho bisogno di acqua, soprattutto. Poi c’è il Duomo e via verso Porta al Prato; ogni tanto sento un dolore al muscolo della coscia, poco sopra il ginocchio; spero che non mi parta un crampo e cerco di correre con una cadenza il più regolare possibile, evitando movimenti repentini.
I ponti sull’Arno sembrano il Pordoi, prima Ponte S. Trinita e poi Ponte Vecchio, ma riesco a superarli ad un passo che somiglia ancora ad una corsa. Di nuovo in centro, Piazza Signoria, faccio il pollice su al fotografo che mi riprende, son curioso di vedere la foto, chissà se la faccia rispecchia il gesto… la Via Calzaiuoli la percorro in trance, le gambe urlano ma la testa ormai è convinta che ce la posso fare, il muro l’ho scavalcato!

L’ultimo ristoro è in piazza Duomo ma ormai ho bisogno solo della mia testa, cammino qualche metro per raccogliere i pensieri e le residue energie; Via Ghibellina pare la Route 66, lunga, lunghissima; per fortuna a metà mi aspettano ancora le mie donne, riesco addirittura ad alzare le braccia per salutarle; “dai che ci siamo, dai che ci siamo” il mantra che ci ripetiamo io e Ricca ormai è solo quello.

In piazza Cavalleggeri, davanti alla Biblioteca Nazionale, l’ultimo gruppo musicale suona le note di “Born to be wild” e l’adrenalina schizza a mille, riesco addirittura a scattare… le voci della piazza si fanno sempre più vicine, ci sono, ecco il traguardo; brividi, brividi lungo la schiena; guardo il mio tempo sull'iPhone, 4h32'; alzo le braccia al cielo, guardo il crono ufficiale… 4 ore 39 minuti e 20 secondi, sono felice!
Ecco anche Ricca, stravolto, incredulo, le mani sulla faccia; ci abbracciamo felici come quando al campino ci rincorrevamo dietro ad un pallone e si festeggiava un gol, tanti anni fa…

E’ una gioia intensa, profonda, che ti riempie la testa ed il corpo, le gambe fanno male ma è l’ultimo dei pensieri. La fatica è ampiamente ricompensata dalle mille emozioni che sto provando.


Ce l’ho fatta! Ho chiuso il cerchio!
Ho vinto!

mercoledì 24 agosto 2011

it's a hard game

Lo smartphone segna 37° ma col tasso d'umidità se ne percepiscono almeno 10 in più. Ma io ormai ho deciso di andare per cui.... testa sotto la fontana e si parte per la mia seconda 10 km.
In partenza cerco di tenere un'andatura regolare ma bel presto il passo si fa più pesante, anche perchè i primi tre km sono in leggera salita.
I G'n'R sparano in cuffia la voce di Axl e le schitarrate di Slash ed il caldo non è neanche l'ultimo dei miei pensieri..... però verso i 5 km mi devo rinfrescare. Per fortuna c'è la fontanella....
La ripartenza è decisamente migliore, la testa rinfrescata gode e mi viene da fischiettare insieme ad Axl sull'intro di Patience, un clic su mi piace....
Cerco di procedere sempre nella zone di ombre perchè quei pochi tratti a tutto sole ti prosciugano la bocca e non solo quella; per fortuna il mio percorso è molto in ombra. Ogni tanto mi pare anche di sentire una leggera brezza fresca, ma forse è solo la temperatura del mio corpo che ormai ha raggiunto i 70 gradi..... sudore che gronda anche dagli occhi!!!
Il fiato però regge, anche se l'andatura diminuisce ancora un po'. Agli 8 km la mia bocca è riarsa dal caldo e manca ancora 1 km alla fontanella... la testa comincia ad andare per conto suo e quando passo accanto al campo di Ponte a Niccheri mi viene in mente che forse anch'io potrei vedere San Pietro sulla traversa, come Fantozzi......
Ecco la fontanella, ci arrivo con la lingua di fuori e mi rovescio con il capo sotto l'acqua; breve sosta che purtroppo mi fiacca un po' il ritmo ma non se ne può davvero fare a meno. Riparto per l'ultimo km e penso che ormai è fatta, allora mi viene quasi da accellerrare ma è un attimo di follia che rientra immediatamente; il caldo è veramente troppo forte!!
Taglio i 10 km e continuo fino all'incorocio di casa mia, ormai sono un automa..... è finita!! Ce l'ho fatta, nonostante il caldo e con un principio di crampo al polpaccio sinistro.
Mi sdraio sull'aia a fare stretching e penso che, se con il caldo a questi livelli riesco a fare comunque 10 km in poco più di un'ora, non appena le temperature si attenueranno forse riuscirò a superare il famoso test del moribondo, ovvero 10 km in meno di un ora.
Rientro in casa, le mie donne mi guardano scuotendo la testa, mentre io la mia testa la caccio dentro il frigo, alla ricerca di acqua fresca..... l'unico neurone ancora vivo mi dice che fa male l'acqua fredda quando si è così accaldati ma la sua voce è una sola, tutto il resto del corpo chiede refrigerio e per il resto, chi vivrà vedrà.....

La mia corsa di ieri: 10.10 km in 1h:04m:54s using Endomondo

ecco il link col percorso
Endomondo Fatto una corsa Workout
(c'è un vuoto in cui il satellite mi ha perso per cui il terzo km dura un quarto d'ora, ma il tempo e la distanza sono corretti)

Buona corsa a tutti........

sabato 20 agosto 2011

i miei primi 10 km

Eccoli qua, i miei primi 10 km in 1h:04m:06s using Endomondo


Endomondo Fatto una corsa Workout

E arrivò finalmente il gran giorno!!!
Complice una sveglia alle sette, molto rara per essere un sabato, ho deciso di correre la mattina, cosa mai provata; se gli effetti sono questi bisogna che ci vada più spesso.
In effetti correre con il fresco del mattino, dopo una buona dormita, ti da molta più energia. Poi ho trovato finalmente il percorso giusto, che mi permette di fare la distanza senza grossi dislivelli, correndo anche molti tratti in ombra e passando in strade poco trafficate.
Troppo bello tornare a casa, farsi una doccia e mettersi davanti ad una bella colazione, per poi poter affrontare con tranquillità la giornata.
Poi adesso mi sento bene, dolori e doloretti stanno sparendo e mi restano solo le sensazioni belle. Forse sarà il caso di cominciare a fare le cose serie; partendo quindi dalla visita medico sportiva che mi permetterà di partecipare a qualche garettina.

Per il momento, buona corsa a tutti.................

mercoledì 17 agosto 2011

un'ora di corsa!!!

Oggi ho fatto una corsa 9.14 km in 1h:00m:14s using Endomondo.


Endomondo Fatto una corsa Workout

Mi sto avvicinando al primo vero traguardo. Oggi ce l'avevo a portata di mano ma l'ultim ochilometro ero veramente stremato e non ce l'ho fatta. Però ho corso un'ora intera, ed è la prima volta.


Buona corsa a tutti......

domenica 14 agosto 2011

allenamento

Oggi ho fatto una corsa 6.01 km in 36m:17s using Endomondo

Endomondo Fatto una corsa Workout

Sono uscito un po' tardi e non avevo molta voglia..... sarà per la prossima

Buona corsa a tutti......

lunedì 8 agosto 2011

si allungano le distanze

Oggi ho fatto una corsa 8.51 km in 53m:01s using Endomondo

Endomondo Fatto una corsa Workout


Cominciano ad allungarsi le distanze perchè finalmente stanno sparendo i dolori del giorno dopo.
Infatti fino alla settimana scorsa il risveglio dopo la corsa era tormentato da dolori al ginocchio sinistro che poi sparivano, già nel corso della giornata, ma che mi lasciavano qualche preoccupazione sul fatto che potessi forzare. Poi non riuscivo neanche a trovare un' andatura più tranquilla che mi permettesse di incrementare.

Oggi ci sono riuscito ed i risultati si vedono, sono contento!!

Buona corsa a tutti........

venerdì 5 agosto 2011

allenamento in salita

Oggi ho fatto una corsa 6.22 km in 39m:57s using Endomondo

Endomondo Fatto una corsa Workout

Ho fatto una cazzata!! Volevo provare un percorso nuovo con un poca di salita ma non mi aspettavo una salita così ripida. Per cui camminato per scollinare e riscendere e abortito il giro lungo.

Da lì non ci ripasserò più!!!

Buona corsa a tutti............